Mc Mafia. A journey through the global criminal underworld di Misha Glenny ( aspettando di scrivere di Nemesis e di esplorare the Balkans, ripropongo)



I confini sono sfuggenti, il fatturato trova strade e possibilità di aumentare  a dismisura, intanto  tutto  quello che gira intorno al danaro  ( corruzione, omicidi, saccheggio, truffe) ha seguito le strade del capitale, in questo mondo globalizzato. I criminali, capi, capetti  e sgherri, mezzetacche  usa e getta e sicari da rispettare  le hanno trovate aperte, le strade fondamentali  anzi, hanno trovato braccia aperte a fare da sponda. Il crimine è diventato una corporation. Con la mentalità della corporation e la struttura, il modo di pensare della corporation. Logico, in fondo.. Forse non poteva che succedere questo, forse le specializzazioni della criminalità e i loro intrecci erano inevitabili. Certo leggerli,  questi percorsi criminali, seguirne il dipanarsi, le strategie, i legami, le protezioni,  è certamente sconvolgente.  Tutta la lettura di questo saggio è sconvolgente.  Ogni pagina è uno schiaffo, ogni riga produce  un senso di smarrimento ma fomenta la passione di continuare per sapere, per cercare almeno di essere consapevoli.
I confini sono sfuggenti come quelli geografici che cambiano rapidi, volatili e violenti, e sappiamo quanto questi rigurgiti di necessità indipendentiste, antichi odi, rimostranze nazionaliste, siano temi cruciali nel nostro contemporaneo. Tutto questo produce violenza ma ingrassa anche le file dei traffici criminali.
Scrisse  Gian Carlo Caselli:” Le imprese criminali globali.. sono davvero immense. Perché godono e ingrassano dovunque ci sia guerra e conflitto. Perché se non ci sono guerre e conflitti li provocano per poter godere e ingrassare. Perché sempre si lasciano dietro un deserto di miseria e di disperazione. Perché rubano il futuro di intere generazioni per l’arricchimento di pochi criminali e dei loro complici. Perché avvelenano l’economia e la politica costringendole a piegarsi ai loro interessi. Perché contribuiscono a sviluppare un’ingiustizia, praticata con metodo e costanza, dalla quale nasce la rabbia che può degenerare nella violenza e nel terrorismo..”




 In McMafia il giornalista Misha Glenny parte da un evento apparentemente insignificante anche se crudele per ricostruire passo dopo passo la trama globale di quella che si può definire una nuova mafia che non conosce confini, proprio perché i confini in questo contemporaneo globalizzato, dove crescono a dismisura i valori ( e i dis-valori) delle merci e dei mercati sono aleatori e impermanenti: Partendo da un piccolo tassello, l’autore ci prende per mano( e c’è una certa riluttanza a seguirlo, a tratti, se non fosse così preciso e documentato ci sarebbe persino incredulità) , ci prende per mano e scopre un puzzle di proporzioni planetarie. Agghiacciante e anche, in un modo perverso ed epico insieme, affascinante, quella fascinazione fatta di brandelli quasi leggendari sulle vite dei capi della mala che Glenny intervista, contatta, scova, segue.  I Balcani, la polveriera sempre accesa, fra macellai che diventano politici e politici che non disdegnano accordi coi macellai loro acerrimi nemici, ma ci sono di mezzo guadagni inimmaginabili, un fatturato che non si può calcolare( e se lo si facesse non sarebbe inferiore ai 1500 miliardi di dollari) Il cinque per cento del valore della produzione mondiale. Un flusso di denaro gigantesco, invadente, rotolante enorme, che scorre spesso seguendo le arterie finanziare”ufficiali “ del mercato globale. I Balcani, fra crimini e affari, vincitori che restano poco, pochissimo sul podio per poi rotolare in fretta dalla parte dei vinti. E ancora Nigeria, Israele, India, Cina, Colombia e Stati Uniti. Anche la Moldavia con la Transnistria( capitale Tiraspol, ne sapevate qualcosa? Un vero e proprio buco nero e zona franca per feroci assassini e trafficanti di vario tipo). Per tre anni Glenny ha inseguito le piste dei trafficanti d’armi in Ucraina e ha individuato i percorsi del riciclaggio di Dubai( straordinario il capitolo su come vivono gli straricchi della terra in questo angolo di affari e petrolio, e come vengono sfruttati, veri e propri schiavi, gli strapoveri, ma questa è una costante ed è la tendenza atroce verso cui sta scivolando il mondo, sempre di più)L’autore ha anche ricostruito i fantasiosi sistemi per contrabbandare la marijuana dal Canada agli Stati Uniti e ha visitato i quartieri malfamati delle megalopoli di Tokyo e Kobe per vedere all’opera la yakuza, la potente mafia giapponese( E sembra un film, un film iperrealista e lisergico, tachicardico e perfetto, invece è una realtà che trova anche spazio per l’onore e i legami antichi con le tradizioni del paese)Ha provato, Glenny, personalmente, con l’aiuto di un giovane hacker brasiliano, l’emozione di un viaggio nel mondo della truffa via internet ( e offre fondamentali consigli per proteggersi) e ha parlato con gangster, poliziotti e vittime del crimine organizzato per giungere a chiarire una volta per tutte  quanto questo universo criminale pronto a tutto poggi sulla domanda- sempre più pretenziosa, insistente e indifferente- da parte dei paesi ricchi. Siamo noi,  nel nostro occidente  che consideriamo gravido di valori( persino di “democrazia da esportare”) che alimentiamo la richiesta di prostituzione, ad esempio( e l’atroce racconto della schiavitù di giovani donne ignare che vengono ingannate, picchiate, violentate e sorvegliate a vista, per sempre, è uno dei più toccanti e sconvolgenti di un libro tutto sconvolgente, scorrevole, ben scritto, capace di appassionare come un romanzo). Siamo noi viziati e privi di senso di responsabilità e consapevolezza che forniamo il terreno fertile per la ricerca di manodopera a basso costo, che “dissodi” i vari  e globali terreni di “coltura” dei nostri oggetti di piacere, dei nostri vizi, delle sostanze e degli oggetti di cui abbiamo un crescente bisogno per riempire il vuoto. Quel buco, la violenta percezione di qualcosa che manca sempre e che necessita di balocchi tecnologici, trastulli erotici, droga, sigarette( magari di contrabbando, dal Montenegro) e tanto altro.  In fondo si parla di crimine ma si parla di storia, di corruzione che appare impossibile da contenere. Si parla di stati- criminali, di traffico di diamanti, o coltan, o uomini, o armi, tante armi, e non si guarda a chi le usa se paga, non ha nessuna importanza. Aiuta conoscere ed essere consapevoli, la lettura di McMafia, ve lo consiglio davvero. Dobbiamo CAPIRE La macroeconomia del crimine, il saccheggio costante, è affare quotidiano e , forse, sapendo possiamo fare qualcosa come singoli individui. Forse.Il libro è un saggio davvero eccellente. Completo, arricchito da immagini, note, apparato critico e bibliografia molto ricca. Torna, sovente, il ricordo del giudice Falcone, del suo cruciale contributo, della sua comprensione “ampia” della criminalità organizzata. Questo da un lato rende orgogliosi, ma produce una sensazione di malinconia, di nostalgia  e di bisogno cruciale di memoria, di conoscenza, di tracce da custodire, di saperi da non calpestare.
Per approfondire un libro del 2003 con una analisi bella e interessante di Sandro Calvani e Martina Melis, Saccheggio Globale
Un articolo di Misha Glenny sui Balcani ( in inglese)
La criminalità legata alle droge qui

Di Misha Glenny sto leggendo un libro magistrale The Balkans, di cui parlerò prossimamente.
Da pochissimo uscito in edizione italiana Nemesis, ascesa e caduta di un grande narcotrafficante

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