Un libro, una colonna sonora e un dolce. Debussy, il cioccolato e Roberto Calasso

Un'idea semplice, quasi banale. Unire un libro alla musica più adatta ad accompagnare la lettura o a seguire la lettura. Un connubio, una danza a scelta. A volteAll'inizio si parlava di libri unici. Adelphi non aveva ancora trovato il suo nome. C'erano solo pochi dati sicuri: l'edizione critica di Nietzsche, che bastava da sola a ordinare tutto il resto.”
Comincia così, “L'impronta dell'editore” di Roberto Calasso, un libro unico, senza alcun dubbio, un libro che incide tracce ( no, non sono impronte, passeggere e destinate ad essere cancellate da un'onda o da altri passaggi) Sono tracce di incanto. La storia dell'editoria, o meglio di un certo modo di essere editori. Un modo che ha cambiato la vita, a molti ( a me che scrivo ad esempio, Adelphi ha pubblicato gran parte degli scrittori fondamentali per la mia formazione) e che ha cambiato il panorama letterario italiano.
“Quale compito rimane per l'editore?
Sussiste tuttora una tribù dispersa di persone alla ricerca di qualcosa che sia letteratura, senza qualificativi, che sia pensiero, che sia indagine ( anche questi senza qualificativi), che sia oro e non tolla, che non abbia l'inconsistenza tipica di questi anni. Faire plaisir era la risposta che Debussy dava a chi gli chiedeva quale era il fine della sua musica. Anche l'editore potrebbe proporsi di faire plaisir a quella tribù dispersa, predisponendo un luogo e una forma che sappia accoglierla”
Scrivere in un momento tragico per il mercato editoriale quale potrebbe essere o dovrebbe, il compito dell'editore, radunare scritti apparsi nel corso degli anni e forgiarli con tale maestria, è qualcosa di talmente prezioso che ho indugiato a scriverne in maniera dettagliata, mi sono limitata a citazioni sparse su Twitter, ad accenni, era come se, dopo aver acquistato questo libro ( disponibile anche in formato eBook) dovessi continuamente farne delle sottolineature,e condividerle, farle per me, sentirle dentro, risentire l'entusiasmo, la possibilità, il legame col passato, il brillare del lavoro accurato e perfetto, il senso di un progetto di altissimo livello, e comunicare questo agli altri.
Un libro così, ho dovuto, prima di tutto “comunicarlo”. Perché sono tempi in cui si fatica a trovarlo, l'entusiasmo e il senso, e Calasso riesce a fare una particolare magia, lo ridona, narra, riporta, lo ricrea e ci dice che no, non è impossibile, forse difficile ma si può ancora sognare di predisporre un luogo e una forma e offrire libri che spostano, che cambiano la vita di chi legge perché raccontano storie che, si capisce, hanno modificato radicalmente anche la vita di chi le ha scritte. Niente di indenne, o di semplice.
Si tratta di un piccolo libro, ma è in realtà immenso.
Ci sono ritratti di grandi editori, come Giulio Einaudi, Dimitrijevic, Peter Suhrkamp e un commosso, meraviglioso ritratto di Luciano Foà ( io non potrò mai più dimenticare queste pagine, mai più)
“Luciano non aveva quella curiosità onnivora che sembra d'obbligo nel mondo editoriale. Amava pochi scrittori e sapeva che molto difficilmente avrebbero potuto aggiungersene altri, nel corso degli anni, che fossero non meno cari al suo cuore. Nella sua mente e nella sua sensibilità si poteva riconoscere una costellazione i cui astri erano Stendhal, Kafka, Goethe, Joseph Roth, Robert Walser..La grandezza di Foà si vedeva innanzitutto nel momento più difficile, nel giudizio... C'era in lui una capacità altissima di avvertire il suono falso delle persone e delle cose- quel suono da cui tanto spesso siamo accerchiati. Immensa è la gratitudine che gli dobbiamo per aver esercitato questo magistero..”

E potrei citare e citare ancora. Ci sono punti, sul contemporaneo, sul digitale, sul web, che potrebbero indurre discussioni, lasciare emergere visioni differenti, anche la mia a tratti lo è ma più procedevo più sapevo che non importava.
Quello che riguarda il web, il digitale ( dove, per inciso Adephi occupa una posizione rilevantissima proponendo eBook di qualità eccellente e titoli meravigliosi) c'è tanto ancora da capire, da intercettare. Roberto Calasso traccia le linee di una storia dell'editoria, semina bussole preziose, rende omaggi.
Fa, esattamente come Debussy, e questo libro è una partitura unica, adeguata a faire plaisir a quella tribù di cui si diceva e a molti, moltissimi altri.

Debussy - Arabesque No. 1 (Ciccolini)


A questa lettura e a questa colonna sonora aggiungerei un pezzetto di cioccolato fondente al 90, magari Noir Prodigieux. Sobrio e perfetto


Francesca Mazzucato

Commenti

Post più popolari