La Sartoria di Monica Miot #3
Nel
1704, a Parigi, dalla mano di Monsieur Antoine Galland, tradotte e
tradite nascono le "Mille e una notte". Successivamente
Mushsin Madhi, arabista, ci restituisce una Sharazad senza
contaminazioni occidentali, e con essa un racconto di fine erotismo
femminile e una vasta ricchezza linguistica. Nel maggio 1911, creata
dal sultano della moda, Paul Poiret, nacque la "Milleduesima
notte" un indimenticabile, audace sontuoso ricevimento dato nei
saloni e nei giardini della sua residenza parigina, che lo consacrò
tra i grandi della moda. "Tutti gli artisti erano ai suoi piedi,
utilizzando tutti i mezzi di cui disponeva, realizzò qualcosa di mai
visto prima. La casa ricoperta da pesanti tendaggi, era presidiata da
signori in marsina che selezionavano gli invitati rigorosamente
vestiti in costume persiano. Un negro seminudo con il corpo
drappeggiato da sete di Bukara, una torcia in una mano e nell'altra
una spada, li conduceva da me. Attraversavano un cortile cosparso di
sabbia dove sotto un velo blu e oro zampillava acqua in vasche di
porcellana. Sembrava il palazzo di Aladino. In una gabbia dorata; con
sbarre a tortiglione c'era la favorita circondata da dame di
compagnia che cantavano autentiche canzoni persiane. Specchi,
sherbet, acquari abiti e piume erano la loro distrazione. In un altra
sala, sopra una montagna di cuscini di seta ricamata, stava
accoccolato il grande attore de Max. Era vestito con una grandura
(veste araba) di seta nera e indossava innumerevoli collane di perle
vere lunghe sino alla vita. Raccontava storie dalle mille e una notte
con un dito alzato, gesto convenzionale dei narratori orientali.
Uomini e donne erano seduti intorno a lui, rapiti dal racconto.
Oltrepassando la sala si giungeva al giardino scuro e misterioso, un
gran numero di tappeti ricopriva la scalinata di marmo ricreando
l'interno di una moschea. Le luci nel fogliame illuminavano le
aiuole, dai vasi uscivano zampilli d'acqua e ibis rosa si aggiravano
intorno con grazia. Dagli alberi pendevano frutti e bacche luminosi
viola e blu, scimmie e pappagalli vivi animavano la vegetazione. Si
aprì il buffet, cominciarono gli spettacoli e le orchestre suonavano
con discrezione per rispettare lo splendore di quella notte. Quale
alchimista aveva creato lo sfavillio fantasmagorico di un simile
laboratorio? Cento caraffe dal lungo collo, cento acquamanili di
cristallo contenevano sciroppi, orzate, chartreuse, distillati. La
vista degli spettatori seduti o distesi sui cuscini e sui tappeti era
uno spettacolo bello quanto la danza. Formavano un insieme indistinto
di sete gioielli e pennacchi cangianti come una vetrata al chiaro di
luna. Una cascata di oro e argento si riversò dalla scalinata mentre
20 uomini e 20 donne facevano bruciare incenso profumando l'aria e
dal boschetto proveniva un conturbante suono di un flauto e di una
cetra. I più ricchi tra gli invitati, come la principessa Murat e il
signor Boni de Castellane mi dissero che in vita loro non avevano mai
visto nulla di più toccante".
Tutto quel che oggi fa parte della moda fu anticipato da Poiret. Interprete di un eleganza originalissima fatta di linee classiche e dettagli esotici. Diede vita a un nuovo genere di illustrazione di moda e concetto di vetrina, favorì la creazione del sindacato dell'Haute Couture per proteggere i modelli originali. Non pago di vestire le donne, suggerì loro quali profumi indossare e come arredare la casa. Fu il primo couturier a far entrare l'arte nella moda, tenendo sempre a mente la grande lezione estetica impartita dai Balletti Russi. Pur stravaganti ed eccentriche le sue creazioni vengono periodicamente reinterpretate: da Elsa Schiaparelli a Versace, Walter Albini e Galliano, tutti, in momenti diversi, ne hanno profondamente subito l'influenza. La nostra arte si racchiude in queste sue parole: "Entrate nell'atelier di un sarto di alta moda, e vi accorgerete di non essere in un negozio, ma di trovarvi al cospetto di un artista che si propone di fare del vostro abito un ritratto di voi stesse, e ben somigliante.
Appena avrete varcato il cancello di ferro battuto,
troverete dapprima il busto arcaico di una Venere antica. È
collocato all'ingresso, in omaggio alle grazie e agli splendori
femminili. Poi giungerete al primo piano salendo una scalinata di
marmo ai lati della quale troverete due cerve di bronzo,
Simboleggiano l'eleganza. A quel punto sarete nei grandi saloni
tappezzati, come le grotte della ninfa Calipso. Non potrete dire che
non desiderate indossare almeno una di quelle meraviglie, depositarie
di tutta l'ammirazione, di tutta la tenerezza, di tutto l'amore che
un artista può esprimere con i tessuti. Non è sulle riviste di moda
che potete imparare a essere belle. Cosa avete a che fare con la
moda? Ignoratela, e portate semplicemente quello che vi sta bene.
Quello che vi dona".
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