Fabio Ivan Pigola racconta Divergenze. Intervista esclusiva.
Ciao
Fabio, l’anno scorso mi parlasti di un tuo progetto che mi parve
ardito e temerario e adesso esiste Divergenze. Tu sei il tipo che
dice e poi fa, qualità rara e abbastanza speciale.
Mi
racconti il progetto?
Certo.
Prima di tutto grazie per l’interesse, mai così scontato. Ricordo
ti parlai del progetto quand’era ancora in embrione, e siccome non
sono uomo di parole perché amo il singolare, ecco Divergenze, casa
editrice fedele alla linea della qualità a tutti i costi (che
assolve in pieno l’editore, per chiarire da subito la posizione nei
confronti della vanity press). E se gli umoristi dicono che la
fedeltà è la virtù di chi sta per essere tradito, rispondo che
preferisco ricevere una fregatura anziché darla. Per ridurre al
minimo il loro influsso, ho eliminato le sirene del lucro: il marchio
non è sul mercato per fare soldi. Ovviamente è una attività
commerciale, ma le priorità sono altre. La prima è promuovere
titoli che il mercato ha confinato ai margini o seppellito del tutto,
in favore d’un rapido consumo che rende il libro vecchio
in una stagione, dopodiché finisce nell’usato a due euro il
quintale; la seconda è dare spazio, insieme ad autori eccellenti di
qualunque epoca, a talenti contemporanei e operatori della filiera
editoriale. Perciò non solo scrittori ma critici, scout, editor,
traduttori, purché colmi di passione. E sì, ci vorrà della
fortuna, dato che pure il genio di fronte a lei fa la figura del
parente povero, ma sono allenato a fare senza. Perfino quando vado in
banca scopro di non avere solo uno spirito da diciottenne.
Una
casa editrice nata in aprile e che promuove libri curatissimi scelti
con attenzione che vanno in direzione ostinatamente contraria alle
tendenze dell'editoria mainstream. Follia pura?
Bella
domanda. Per molti, il coraggio è una delle qualità tipiche
dell’uomo al sicuro, per altri è l’arte di farsela sotto senza
che la gente se ne accorga; la mia, invece, è una scelta
consapevole. E forse è proprio per questo che ci danno spacciati a
breve termine: l’utopia non va d’accordo con la pancia piena, ed
è a quella che mira il mainstream.
Divergenze no. Ma attenzione: niente nicchia, anzi. Tutti i libri in
catalogo sono e saranno leggibili ad ogni età, e diretti al pubblico
più vasto, senza calcoli, target o preferenze. Ci piace l’unione,
siamo fieri oppositori dell’élite. Anche la cura che mettiamo nel
realizzare i volumi va in quella direzione: non è un volersi
distinguere per forza, ma una scelta obbligata dal rispetto per i
lettori, ai quali vogliamo dare un libro completo di storie, meglio
se avvincenti e memorabili, complete di tutto ciò che noi stessi
vorremmo le accompagnasse, dalle prefazioni agli approfondimenti,
dalle note bio agli inserti di interventi, contributi, testimonianze,
e ancora curiosità storiche, sociali, documenti, fotografie, e
quant’altro riguardi gli autori e le vicende che hanno narrato.
Quali
sono i criteri di selezione? Quanti libri contate di pubblicare in un
anno? Sono domande banali ma so che le risposte non lo saranno
affatto.
La
curiosità non è mai banale. Quella di Darwin ha fatto di Adamo una
scimmia, e della coscienza una cosa che tanti pensano dovrebbe
tormentare gli altri, ma sfido chiunque a dire che sia una monetina.
I criteri di selezione sono severi e mettono sopra a tutto i
contenuti; poi una storia può piacere o meno, è questione di gusti,
però saperla raccontare con proprietà, ritmo e una voce potente, o
argomentare se si tratta di un saggio, è fondamentale, e oggi vi
riesce un autore su mille. Anche per questo leggiamo tutte le
proposte inviate: non ci va di trascurare nessuno. Sottoponiamo a più
lettori le opere da vagliare, così da avere un’opinione il più
possibile democratica, per quanto non infallibile. Sia la provenienza
dei testi che la firma non ci influenzano; ai lettori, poi, vengono
passati senza indicazioni. Forse per questo è già capitato di
scartare un nome illustre, che pretendeva di essere riconosciuto
dalle sentinelle. A noi, però, le sentinelle paiono tanto le guardie
messe all’ingresso delle caserme a impedire che entri il buonsenso.
Con
le pubblicazioni annuali, identica metrica: siamo sudditi gioiosi
dell’anarchia, non amiamo i piani di battaglia studiati secondo
convenienza. A maggio, ad esempio, usciranno due titoli, a luglio uno
solo, più avanti chissà. È bello sorprendersi, per non fare del
giorno quell’arco di ventiquattro ore quasi tutte spese male.
La
grafica dei libri fino ad ora pubblicati è un incanto, ma non
saranno solo un bell'involucro? Una affascinante e seducente chimera?
Può
darsi che agli occhi di qualcuno Divergenze sembri un tentativo del
genere, ma al momento sono più quelli che contestano l’assenza di
paratesto. Fa vendere, dicono, e presenta bene il contenuto di una
novella, d’un romanzo. C’è chi compra libri sedotto dalle
copertine, noi non rischiamo di cadere in quel cliché: ne abbiamo
uno radicalmente opposto. L’involucro, per quanto curatissimo nei
materiali e nella semplicità minimal
della grafica, serve a proteggere, presentare il contenuto, la cui
qualità è a prescindere. Poi ben vengano le critiche: non ce ne
fossero, verrebbe il sospetto di lavorare male.
Una
domanda fondamentale, dopo avere conosciuto, osservato e anche avuto
esperienza di una editoria che pubblica e non si prende cura, che non
ha alcuna attenzione per il libro una volta stampato, come intendete
impostare la promozione? Li prendete per mano?
Va
detto che non sempre dipende dall’editore. Librai, biblioteche,
teatri, scuole: gli spazi dove portare i libri e gli autori ci
sarebbero anche, ma spesso chi li gestisce dà risposte imbarazzanti,
e le tempistiche non aiutano. Ad ogni modo, quando un editore serio
sceglie un autore ne adotta l’opera come un figlio: la cresce, la
segue e le dà tutte le attenzioni possibili.
Sarà possibile trovare Divergenze negli store online o sono altri i canali su cui punti?
Dal
24 aprile i titoli saranno ordinabili in tutte le librerie. Online
siamo già presenti sul nostro sito, sul quale si può acquistare
senza spese di spedizione, e presto sbarcheremo in tutti gli store.
Per finire, last but not least come si dice, mi parli di te? Per chi non ti conosce. Chi sei. Cosa cerchi nelle storie, fra le parole, gli spazi e i respiri dei romanzi, dei saggi e delle storie.
Sono
un irrimediabile curioso, che dopo aver fatto mille mestieri, dal
letterist nei fumetti al traduttore, passando per le consulenze
letterarie, ancora non ha un curriculum. E neppure ci tengo ad
averlo: tanti anni nell’universo dei libri mi hanno insegnato che
l’esperienza è ciò che ottieni quando cerchi qualcosa d’altro.
Mi è capitato organizzando festival artistici, coordinando
l’attività quotidiana del web magazine Kultural. La mia biografia
personale è irrilevante di fronte alle storie che vengono con il
romanzo della realtà. Lei ne sa sempre una più della fantasia, e la
cerco nei libri il cui meglio non è rappresentato dalla parola
“eccetera”.
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