USO LA BELLEZZA COME PRASSI POLITICA. Intervista in ritardo a Uriel Crua

Il romanzo di Uriel Crua, Crystal Blu è disponibile anche in formato ebook , quindi più economico e immediatamente accessibile a tutti. L'ho intervistato a luglio, o forse prima, non mi ero dimenticata. Se come editor e collaboratrice di Readaction e in generale come consulente editoriale ho fatto qualcosa di cui vado veramente fiera è avere contribuito alla pubblicazione di questo libro e avere in qualche modo dato a Uriel Crua l'occasione per usare il suo Linguaggio per un libro scomodo, molto scomodo e bellissimo.


 Perché scrivi e quando scrivi?


Ho iniziato a scrivere per abbellire il suono delle parole che ascoltavo comunemente a scuola, al supermercato, in famiglia. Usare le parole come una magia, come un mantra, serve a scardinare anche gli automatismi del pensiero comune. E se si scardinano quegli automatismi, si diventa migliori: più attenti al mondo invisibile, più sensibili, meno ricattabili. In questo senso la Bellezza diventa una prassi politica.


Quando scrivo? Quando c'è l'urgenza.


Com'è nato Crystal Blu?


Un giorno vengo contattato da una bravissima scrittrice che mi pare si chiami Francesca ma non ricordo il cognome. Mi chiede di mettere insieme qualche mio testo, mi chiede di “usare il mio linguaggio”. Così mi metto a lavoro, e decido di dare una cornice ai miei testi di critica migliori. E quale migliore cornice se non il racconto della situazione che mi ha portato di volta in volta a scriverli?

Ah, sì: il cognome della scrittrice è Mazzucato, mi pare tu la conosca.


È un libro scomodo? O forse la vera letteratura deve essere scomoda?


È un libro scomodo, molto. Ma come ho detto, uso la Bellezza come prassi politica. Non ho mai trovato un complimento dire “è un libro che scorre benissimo”. E no, non credo che la letteratura vera debba essere scomoda: deve essere Bella. Se poi la Bellezza crea scomodità, non è affar mio, ma di chi legge.


Tu cosa leggi? Preferisci  saggi o romanzi?


Da oltre un anno leggo pochissimo, praticamente niente. Fino a poco prima leggevo anche cinque libri a settimana, distribuiti equamente tra narrativa e saggistica. Poi un improvviso stop. E mi sono messo a scriverli, per sopperire.


Hai un nuovo progetto di scrittura a cui stai pensando?


Sì, un libro necessario e catartico. Ma anche molto ironico. Credo che lo intitolerò “Breviario di Insulti al Potere”

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